Tutto ciò che c’è da sapere sulla distribuzione alimentare

Ci siamo mai chiesti come avviene la distribuzione degli alimenti? il cibo che siamo soliti mangiare al bar o nei ristoranti deve seguire un percorso specifico e ben strutturato prima definire nel nostro piatto. Per preservare le proprietà organolettiche è necessario rispettare la catena del freddo, ma non solo, anche il piano HACCP e le direttive per il trasporto.
In questo articolo ci focalizzeremo su tutto ciò che riguarda la distribuzione alimentare.

Come funziona e quali sono le fasi principali della catena del freddo

Quando si parla di prodotti alimentari per la normativa UE la catena del freddo è di fondamentale importanza in termini di igiene e preservazione del cibo. L’intero processo si deve attenere al protocollo HACCP, ovvero, l’insieme dei criteri da rispettare per salvaguardare gli alimenti.
Una prima parte prevede la conservazione dei cibi a determinate temperature. Frutta e verdura possono resistere fino agli 8º, ma quelle confezionate devono essere custodite ad una temperatura di 5º. Salumi e formaggi vanno conservati sotto i 6º, mentre la carne fino a 2 º.

La seconda parte riguarda rigide regole da seguire per la pulizia e l’igiene dei locali.
La catena del freddo si compone di tre fasi. La prima fase è quella di produzione, viene gestita in un ambiente refrigerato sotto controlli chimici e batteriologici; la seconda fase concerne lo stoccaggio, riguarda la conservazione degli alimenti alla temperatura adeguata; la terza fase è il trasporto, al quale bisogna prestare la massima attenzione poiché si tratta, soprattutto, di mezzi con frigoriferi integrati con la temperatura già predisposta per un determinato tipo di alimento.

Le aziende che vogliono assicurare una buona qualità devono salvaguardare questi frigoriferi monitorando costantemente la temperatura attraverso appositi strumenti che evitano sbalzi o shock termici.

Le diverse tipologie di distribuzione degli alimenti

Molti enti del terzo settore erogano a diverso titolo cibi e bevande. Può avvenire con:

  • cessione gratuita o a pagamento;
  • distribuzione limitate al pubblico o a collettività;
  • distribuzione da parte di volontari o persone retribuite.

Nel primo caso, si tratta della situazione più semplice e l’unica cosa che deve fare un ente è rispettare il protocollo HACCP con volontari formati dalle aziende sanitarie.
In secondo luogo, in caso di vendita di cibo al pubblico, si tratta ad esempio di feste, eventi, o cene di autofinanziamento in cui si deve adempiere alla: segnalazione certificata inizio attività (SCIA), la quale si ottiene allo sportello delle attività produttive del comune competente; rispetto delle norme HACCP; titolo autorizzativo per la vendita del cibo insieme alla SCIA; autorizzazione di idoneità sanitaria che avviene in automatico aprendo la pratica in comune.

Il terzo caso, si presenta quando gli enti distribuiscono gli alimentari in situazioni non aperte al pubblico. In tal caso, bisogna ottenere: SCIA di inizio attività, autorizzazione di idoneità sanitaria e rispetto dei protocolli HACCP. Inoltre, bisogna considerare che l’attività può essere soggetta a norme regionali e locali in cui si esigono ulteriori obblighi.

Scegliere bene l’ente

Per la propria attività, in qualsiasi contesto, è opportuno essere consapevoli della scelta che si compie e soprattutto conoscere le responsabilità legate alla vendita e alla distribuzione alimentare.
Un ente fortemente consigliato è https://www.nutrytex.it/ realtà definita dalla qualità dei prodotti e dall’efficienza della sua azienda.

Si tratta di specialisti nel campo della nutrizione con una distribuzione alimentare esclusiva.
Nutritex offre valore e competenza al mondo dell’industria alimentare rimanendo continuamente aggiornata sulle nuove tecnologie all’avanguardia, infatti, essere proattivi è un aspetto fondamentale, nonché, principale ideale aziendale per favorirne lo sviluppo.

Inoltre, si propongono soluzioni personalizzate così da evitare compromessi nel rispondere alle esigenze del cliente, attraverso uno sforzo maggiore di un lavoro professionale e ben organizzato.

Come già anticipato, vendere e distribuire cibo significa sapere cosa c’è dietro un duro lavoro, le norme vigenti in materia e la responsabilità di tutelare la qualità dei prodotti.

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