Carta Docente ai precari le sentenze ribaltano la Buona Scuola

Carta Docente ai precari: le sentenze ribaltano la Buona Scuola

Commessa un’irragionevole discriminazione nell’escludere i precari dal Bonus di 500 euro

Una pioggia di ricorsi vera e propria è quella che si sta abbattendo contro il Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM) reo di aver operato una vera e propria discriminazione nei confronti di una parte dei propri dipendenti. Ma procediamo con ordine cercando di ricostruire i fatti.

I primi ricorsi

A mettere un freno all’illegittimo distinguo previsto dalla Legge 107/2015 ci ha pensato la Corte di Giustizia Europea che ha ritenuto “dichiarato incompatibile con l’ordinamento eurounitario la norma che preclude ai docenti precari il diritto di avvalersi dei 500 euro della carta per l’aggiornamento e la formazione del docente del docente”.

Quali sono quindi le basi giuridiche?

Bisogna partire dal presupposto che escludere i docenti con contratti a tempo determinato dal novero dei beneficiari della Carta del Docente è un atto illegittimo. Tale discriminazione, perpetrata dal legislatore tramite la controversa legge 170/2015 detta anche “Buona Scuola”, è stata riconosciuta come immotivata dalla Corte di Giustizia Europea con la sopracitata ordinanza emanata nel processo C-450/21. Di seguito, la Corte di Cassazione ha fatto chiarezza una volta per tutte con la sentenza del 27 ottobre 2023 n. 29961.

Quindi perché fare ricorso?

Sulla scorta delle suddette sentenze e più che ragionevole motivazione, alle quali si aggiunge il recente riconoscimento della Carta elettronica per i docenti con contratti fino al 31 agosto per l’anno scolastico 2023/2024; lo studio legale Giustizia Scuola promuove il cosiddetto Ricorso Carta Docente per assistere tutti coloro che vogliano vedersi riconosciuti 500 euro per ogni anno scolastico svolto con contratto a tempo determinato a partire dal 2019/2020.

A cosa aspira il Ricorso?

Gli insegnanti precari che vogliano vedersi riconosciuti i 500€ devono necessariamente adire alle vie legali, ad esclusione di coloro che per l’anno scolastico in corso abbiano stipulato un contratto con durata fino al 31 agosto. Per quest’ultimi, infatti, il Ministero ha previsto l’emissione del contributo idoneo per l’acquisto di hardware e software inerenti all’aggiornamento professionale; corsi universitari e post-universitari; biglietti per musei, teatri, cinema e rassegne; corsi di aggiornamento riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito – MIM – ed altri.

Chi può partecipare al Ricorso Carta Docente?

La suddetta sentenza ha fatto, inoltre, chiarezza su chi potesse effettivamente aspirare ad ottenere la Carta elettronica del valore di 500 euro per anno scolastico destinati ad acquisti di beni e servizi formativi. Fatta salva la prescrizione quinquennale, tutti coloro che abbiano svolto servizio a tempo determinato nella scuola pubblica con supplenze al 30 giugno o al 31 agosto, anche durante il periodo pre-ruolo, a partire dall’anno scolastico 2019/20 possono partecipare al ricorso.  

Come aderire?

Per aderire, basta mettersi in contatto con lo staff di Giustizia Scuola, Studio Legale da anni impegnato nel fornire assistenza legale al personale scolastico – docente e ATA – e a tutti coloro che vogliano far valere i propri diritti nel mondo della scuola. Per ricevere ulteriori informazioni basterà connettersi via web al sito Giustizia Scuola e inviare richiesta tramite form o whatsapp per ricevere una completa assistenza. 

Cos’è il ricorso Carta Docente?

Chi può aderire al ricorso?

Tutti gli insegnanti che nel suddetto periodo abbiano svolto supplenze annuali o fino al termine delle attività didattiche, in maniera continuativa, possono aspirare a recuperare fino a 2.500 euro di bonus tramite una causa legale da intentare contro il Ministero dell’Istruzione e del Merito – MIM. Un plus idoneo all’acquisto di hardware e software inerenti all’aggiornamento professionale; corsi universitari e post-universitari; biglietti per musei, teatri, cinema e rassegne; corsi di aggiornamento riconosciuti dal MIM. Occorre, tuttavia, essere in servizio al momento della proposizione del ricorso, oppure dimostrare di non essere fuori dal circuito del sistema scolastico, ad esempio fornendo ricevuta di domanda di iscrizione o aggiornamento nelle GPS o altre graduatorie di reclutamento.

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