Come si può misurare la portata volumetrica

Come si può misurare la portata volumetrica?

Negli impianti industriali, un ruolo importante viene ricoperto proprio dalla ventilazione. Gli impianti di ventilazione, infatti, vengono progettati con estrema cura ed attenzione, con l’obiettivo di assicurare non soltanto la massima efficienza operativa dell’intero impianto, ma anche, e forse soprattutto, la massima resa. Per raggiungere questo risultato, infatti, un ruolo essenziale viene ricoperto proprio dalla portata volumetrica. Cercare di comprendere più da vicino che cosa sia questo dato, ci permette anche di riuscire a comprendere con maggiore efficacia quale possano essere le modalità di calcolo più precise e dunque, di conseguenza, come ottimizzare e dimensionare al meglio il proprio impianto di aspirazione e ventilazione industriale.

Che cos’è la portata volumetrica?

La portata volumetrica è quella grandezza che esprime il volume di un fluido che attraversa una determinata sezione di condotto in un determinato periodo di tempo. Questa potrebbe sembrare una formula particolarmente complessa ma, in realtà, è molto semplice. In generale, infatti, nel sistema internazionale di misura la portata viene espressa in metri cubi al secondo. Attenzione inoltre che il volume, di qualsiasi sia il condotto, si può ricavare conoscendo la sezione e lo spostamento del fluido lungo tutto il condotto. A questo punto, dunque, potrebbe sembrare che il calcolo della portata volumetrica sia semplicissimo e, in realtà, in parte è così. L’elemento che più di altri fa la differenza nel calcolo di questa grandezza è il materiale: qui è vero che stiamo parlando di un fluido, l’aria, ma di un fluido eterogeneo è molto poco uniforme. Molto importante, inoltre, è la conversione della portata volumetrica: quest’ultima, infatti, spesso viene richiesta da l/h a m³/h. Insomma, il gioco è molto complesso anche perché il gas deve essere preso in considerazione in condizioni normali. Cerchiamo dunque ora di fare un po’ di chiarezza partendo dal principio cercando di capire il volume di gas contenuto in 1 m³.

Quanto gas si può comprimere in un metro cubo?

La risposta a questa domanda potrebbe sembrare semplice ma, in realtà, così non è. La quantità di gas che può stare all’interno di un determinato volume è molto variabile e dipende in prima battuta dalle condizioni del gas e, soprattutto, la sua composizione. Il gas, infatti, tende a non avere una struttura precisa e, di conseguenza, il suo volume oscilla molto. La portata normale dunque, in realtà, È una misura standard che viene utilizzata per indicare il volume di un gas a temperatura e pressione costanti. È, dunque, una sorta di gold standard.

Il normal metro cubo che cos’è?

Il normal metro cubo è una particolare grandezza che viene presa proprio come convenzione e serve ad avere un’idea chiara sul volume al quale ci stiamo riferendo. Questo è già di misura, infatti, permette di uniformare le condizioni di temperatura e pressione alla quale consideriamo i gas. In generale, infatti, questo volume riferito alle condizioni normali in aria secca a 0 °C, ovvero 273 K, ad una pressione barometrica pari a 101325 Pascal e ad un’altitudine sul livello del mare. Tutto questo permette di avere delle condizioni univoche nelle quali è possibile considerare i gas presi in esame. In ambito industriale, infatti, il normal metro cubo ricopre un ruolo molto importante in quanto ci permette di scegliere con precisione la tipologia di ventilatore da installare. Spesso, infatti, vengono a generarsi dei flussi molto particolari e, per questo motivo, è altrettanto opportuno mettere in campo le dovute conversioni per comprendere come organizzare la struttura dell’impianto stesso. La conversione non è tuttavia immediata e necessita di formule di conversione particolari e, per giunta, per alcuni forse un po’ complesse.

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