Cosa rende un romanzo un flop?
Si sa: scrivere un libro di successo, gradito sia alla critica che al pubblico, è alquanto complicato.
Si devono esaudire una serie di desideri, rispettare le aspettative, creare una trama invitante e appassionante con personaggi verosimili e accattivanti. In più, anche la forma necessita particolare cura: deve essere appropriata per il genere trattato, gradevole e d’intrattenimento.
Questo non deve spaventare gli aspiranti scrittori che si accingono a scrivere il loro primo romanzo.
Riuscire a realizzare un libro apprezzato e piacevole alla lettura non è un’impresa impossibile. Ci sono alcune occasioni in cui, tuttavia, nonostante tutto l’impegno concentrato nell’opera, questa risulta essere un flop.
Perché ciò accade? Quali sono le motivazioni che determinano il fallimento di un romanzo?
Le possibili cause
I motivi per i quali un manoscritto non conquista il favore del pubblico sono moltissimi. Tuttavia, se ne possono indicare alcuni piuttosto diffusi che, analizzando diversi titoli di pubblicazioni indipendenti, vi si trovano frequentemente. Partiamo dal momento della conclusione del libro e risaliamo fino alla sua nascita per provare ad individuare questi fattori. Procediamo così perché, come spesso si consiglia di fare rileggendo un testo compiuto, iniziando dalla fine si captano meglio eventuali errori:
- Mancanza di editing e correzione di bozze: ovvero, i cosiddetti servizi editoriali. Quando ormai un romanzo è terminato, non resta che cominciare a spedirlo alle case editrici, no? No. Assolutamente no. Una volta che si conclude un libro, è fondamentale dedicare attenzione alla revisione del testo. Che si faccia per conto proprio o che ci si rivolga a dei professionisti, prima di pubblicare un manoscritto il primo passo da compiere è occuparsi dell’editing e della correzione di bozze. Nel caso questo step venisse scavalcato, si avrà molta più probabilità di compromettere la propria opera.
- Revisione disattenta: prima ancora del contattare un editor professionista o mettersi all’opera in prima persona, conviene intraprendere una profonda e minuziosa analisi del testo. La lettura, ancor meglio se realizzata da qualcun altro rispetto all’autore, fa emergere quei piccoli errori che ad una prima occhiata non saltano all’occhio. Non effettuando una rilettura accurata, avendo così la possibilità di emendare determinate imperfezioni, la forma del brano, se scorretta, rimarrà tale. Questo potrebbe intralciare una lettura scorrevole.
- Conclusione affrettata: non c’è cosa peggiore, mentre si assaporano le ultime pagine di un libro, di accorgersi che l’autore ha concluso l’opera in modo sbrigativo e insoddisfacente. Capita molto spesso ed è davvero brutto terminare un romanzo, che magari ha appassionato in una prima parte, con un finale deludente. Dunque, attenzione ad un “The end” indimenticabile per i lettori.
- Perdita dell’ispirazione: può capitare di partire a bomba con un nuovo manoscritto, pieni di entusiasmo e idee da tradurre in pagine ricche e pregnanti. Tuttavia, non è così insolito, nel corso della scrittura, perdere il contatto con la propria musa e raffreddare l’interesse provato per l’opera. Così si inizia a scrivere in modo differente, meno appassionato, e il distacco si percepisce. Il pubblico se ne rende conto, sentendosi a sua volta meno coinvolto.
- Allontanamento dal cuore della storia: a volte accade che, dopo essere partiti strutturando la trama dell’opera intorno ad un fulcro ben preciso, si prendano storyline trasverse che deviano dalla principale. Finchè si parla di un paio di storie secondarie che magari arricchiscono il racconto, queste possono considerarsi addirittura un valore aggiunto che rende il testo più interessante e vario. Quando, però, le diverse narrazioni sono talmente tante e intrecciate in modo così sconclusionato da confondere il lettore, la situazione precipita. Proprio questo fattore potrebbe condurre all’insofferenza del pubblico e all’insuccesso del romanzo.
- Troppe complicazioni: un elemento in grado di compromettere la buona riuscita di un manoscritto è l’affollarsi, nella narrazione, di eccessive complicazioni e ostacoli da superare per i protagonisti. Non solo, anche i cosiddetti “plot twist”, se usati senza parsimonia, possono rendere un’opera del tutto inverosimile, sia nelle situazioni che nei personaggi e così via. In questo modo si ostacola quella tipica e fondamentale immedesimazione che viene a crearsi fra lettore e uno o più protagonisti del romanzo.
- Scrivere senza un programma: non c’è cosa peggiore che iniziare a scrivere un libro senza aver prima stilato una sorta di scaletta di avvenimenti, un abbozzo di identikit per i personaggi e una rosa di possibili conclusioni da prendere in considerazione una volta al termine della stesura. Questo perché essere organizzati, nella scrittura come nella vita, fornisce già una marcia in più.
Tutte le caratteristiche sopra elencate, da sole o coordinate, possono penalizzare l’autore e frenare il successo del suo libro. Nella maggior parte dei casi conducono alla perdita di interesse nel lettore, ed è proprio questo che, almeno per quanto riguarda il pubblico formati da noi lettori “profani”, causa la scarsa fama di un manoscritto (o di qualunque altro prodotto d’intrattenimento).