Scrittura SEO per il posizionamento sui motori di ricerca

Scrittura SEO per il posizionamento sui motori di ricerca

Scrivere dei contenuti per il web non ha senso se non si rispettano le regole del cosiddetto seo copywriting e non si usano le tecniche più efficaci per il posizionamento. Chi pensa che i contenuti che vanno in rete debbano essere ‘solo’ scritti bene in italiano, non svolge al meglio questo lavoro, che invece beneficia notevolmente delle strategie che andremo a vedere in questa guida.

Seo copywriting: caratteristiche

Immagina di dover cercare su Internet qualcosa. Potrebbe essere una ricetta, o un tutorial su come riparare il lavandino.
Il contenuto davvero non conta, ciò che conta è il testo che ti verrà rimandato dal motore di ricerca.
Google e gli altri motori, per darti la risposta, scandagliano letteralmente la rete e individuano quei testi con caratteristiche utili per te, con parole chiavi facilmente individuabili e dal contenuto che sia autorevole e rispondente alla tua ricerca.
Quindi, per fare un semplice esempio, non è necessario (anzi è dannoso) che si utilizzi una parola chiave come ‘sesso’ in un articolo che parla di elettronica, pensando che Google cerchi solo la keyword.
In sintesi il copywriting SEO è la tecnica con cui scrivere contenuti per il web in modo che i motori di ricerca li trovino, li analizzino e li posizionino tra i risultati di ricerca.

Le regole base della scrittura SEO

La prima regola della scrittura SEO, sarà banale dirlo ma è così, è la qualità. A parità di posizionamento un articolo ben scritto (in italiano, che sia aderente al titolo e che offra risposte utili agli utenti) sarà migliore a lungo andare di uno che attira molti click ma poi non fornisce le risposte giuste.
La seconda regola è quella dell’utilità: quanto valore aggiunto ha per il lettore il tuo testo? Se ad esempio hai scritto un tutorial per sostituire una ruota forata, applicando quello che scrivi si riesce davvero a sostituire quella ruota?
La terza regola della scrittura SEO sono le keyword. Come fa Google a trovarti se non gli dai dei termini (come se fossero dei cartelloni)? Immagina di avere tra le mani un libro di cucina molto voluminoso. Se stai cercando la ricetta della torta di mele, cosa fai? Sfogli tutto il libro o cerchi la parola chiave nel glossario?
Un piccolo suggerimento: se scrivi di argomenti molto gettonati, cerca di usare parole chiave meno usate, che abbiano una bassa concorrenza.
Torniamo all’esempio di un blog di cucina.
Si tratta di un tema molto in voga ed attualmente ci sono in rete siti molto autorevoli in materia (che utilizzano anche campagne pubblicitarie costose). Quindi, quando cercherai di posizionare una KW, è inutile scegliere ad esempio ‘ricette’ o ‘cucina’. Usa piuttosto una parola come ‘ramen’ se tratti di cucina etnica.

Le keywords: attenzione a non abusarne

Quando si parla di parole chiave, si potrebbe fraintendere. Non è che più si usano meglio è. Del resto è intuitivo: un testo in cui ci sia una parola chiave ripetuta ogni due p tre frasi è un testo ridondante e fastidioso.
Dipende anche dalla lunghezza del testo. In genere Google predilige testi di almeno 300 (ma anche molte di più) parole, perché al di sotto dà per scontato che il contenuto sia povero.
Un testo ideale avrebbe circa 1.500-2.000 parole con paragrafi da 300 parole divisi da titoletti in H2 e sottotitoletti in H3.
Qui le parole chiave potrebbero essere una per paragrafo con le seguenti eccezioni comunque valide:

  • usare sinonimi, va bene lo stesso
  • usarle come attributo ‘alt’ delle immagini per ottimizzare anche quelle.
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